26.9.14

Come nasce un personaggio








Plasmare i personaggi
di un romanzo
è una parte divertente
e in continua evoluzione
del processo di scrittura.





Questa primavera ho scritto le prime cento pagine del mio romanzo, senza preoccuparmi troppo della forma e della correttezza dei contenuti, giocando coi tratti dei nuovi arrivati. La protagonista era bionda all'inizio, poi castana, poi di nuovo bionda; i suoi occhi erano verdi ma dopo tre capitoli diventavano scuri e profondi. L'età, il peso, l'altezza e i difetti di ognuno sono apparsi più volte, rafforzandosi, o sono stati dimenticati, non erano importanti o non erano adatti alla persona.

Quest'estate, quando è stato il momento di rileggere quella prima stesura parziale, ho notato che certe caratteristiche si addicevano più di altre ai vari personaggi, in un certo senso erano cresciuti dentro di me e il loro carattere e stile di vita si stava sempre più definendo. Non c'erano dubbi che Tizio fosse moro, Caia era troppo modaiola per uscire in jeans e maglietta come mi ero immaginata, e addirittura Sempronio se ne era uscito mulatto anziché albino. Bei cambiamenti, no? 


Lasciamo aperta la porta


Le possibilità a nostra disposizione sono talmente tante che sarebbe un peccato fossilizzarsi sulla prima impressione. Così come nella vita reale, i personaggi delle nostre storie crescono nel tempo e cambiano, si arricchiscono. È importante dar loro il tempo di esprimersi, di manifestarsi per quelli che sono veramente. Questo vale sia per l'aspetto che per il carattere, e potrebbe anche influenzare fortemente la trama. Di questo ne parla bene il mio nuovo guru, Anne Lamott, nel suo meraviglioso manuale di scrittura creativa 'Bird by Bird':

NB: (il testo che segue l'ho tradotto io quindi potrebbe contenere differenze dalla traduzione officiale):

Probabilmente non conoscerai i tuoi personaggi per settimane o mesi dopo che hai cominciato a lavorare con loro. Frederich Beuchner scrisse:

Evita di forzare i tuoi personaggi a marciare troppo rigidamente secondo il battito del tuo scopo artistico. Lascia una certa misura di libertà ai tuoi personaggi di essere se stessi. E se un personaggio minore mostra un'inclinazione a diventare protagonista, così come dovrebbe essere, dagli almeno una possibilità, perché nel mondo della narrativa potrebbero volerci molte pagine prima di scoprire chi sono i veri personaggi principali, così come nella vita reale potrebbero volerci molti anni per scoprire che lo sconosciuto con cui hai parlato una volta per mezz'ora alla stazione dei treni potrebbe averti indirizzato verso la tua vera strada più di quanto abbia mai fatto il tuo prete o il tuo miglior amico o addirittura il tuo psichiatra.

Non far finta di saper più sui tuoi personaggi di quanto ne sappiano loro, perché non è così. Rimani aperto verso di loro. È l'ora del té e tutte le bambole sono a tavola. Semplicemente, ascolta.

Mettendo insieme idee e consigli tratti da manuali e altri lit-blog, ho diviso un blocco per gli appunti in varie sezioni (e, sì, ho usato le etichette colorate, sono nerd così, tanto adesso va di moda, no?) C'è una sezione per la 'trama', una per la 'linea temporale', una per le 'mappe', e una per le 'schede personaggi'.


Le schede personaggi


Nella sezione 'schede personaggi' ho riempito un foglio A4 fronte e retro con le stesse informazioni, ripetute per ogni personaggio (l'idea di base è quella proposta da Morgan Palmas).

Eccone un esempio:



Nome: Marino       Cognome: Marini        Alias: /
Età: 37 anni       Nato a: Reggio         il: 1/1/77
Capelli: neri      Occhi: neri            
Altezza: 187cm     Peso: 79 Kg

Carattere: tranquillo, a tratti focoso, dissacrante, rompipalle, insicuro
Vizio: parla troppo, a sproposito, mangia con la bocca aperta

Hobby e interessi: raccogliere funghi, pescare, hiking

Segni particolari: piercing al capezzolo, quando si arrabbia       gli trema il labbro superiore, dimostra dieci anni in più

Come si veste: completo giacca e cravatta anche al mare           d'estate

Voce: roca, bassa, sexy

Fuma? Beve? Droghe? No. Poco. Mai.

Cosa mangia: dieta mediterranea classica, qualche gelato           d'estate, gommose alla liquirizia sempre in macchina

Come dorme: a pancia in su con le braccia lungo i fianchi

Qual è il cibo più datato nel suo frigo: ketchup (comprato per     una cena con gli amici, non gli piace, rimasto lì perché non       lo va mai a trovare nessuno)

Come si descriverebbe (3 aggettivi): intelligente, educato,       classico

Dove vive: a casa dei suoi genitori dopo una convivenza           fallita (dettagli)

Dove lavora: disoccupato dopo impiego fallito (dettagli)

Espressioni: "mai dire mai", "non mi stressare"

Lingue parlate: italiano, dialetto arsan, francese scolastico

Ideali, religione, valori: far soldi, ateo, vivere bene           facendo il meno possibile

Sex: poco e male, etero, ha avuto due relazioni stabili e 9       casuali

Sogni: vincere al gratta e vinci




Relazione con gli altri personaggi:


Figlio di Ava Gatti e Mario Marini


Fratello di Marco Marini


Diventerà amico del protagonista e lo seguirà nel suo viaggio     di lavoro per poi essere licenziato


Perché è nella storia?


La sua inettitudine evidenzia le buone caratteristiche del         protagonista, è il paggetto sfortunato, il personaggio spalla.


La sua famiglia avrà un ruolo formativo nel passaggio da           pubertà a maturità del protagonista.



Per ogni personaggio poi ho cercato e salvato una foto o un disegno che li ritraesse, così quando scrivo di un personaggio, tengo aperta la sua foto e cerco di essere il più precisa possibile nelle descrizioni, che sono il mio punto dolente. Posso metterci anche cinque minuti a descrivere un paio di labbra polpose, rubiconde, lardose, piene, fragolose, floride, fiorenti, rosse. Rosse? No... serve un termine più originale! E così via. (Si accettano suggerimenti…)

Scegliere le foto dei personaggi


Trovare le foto dei personaggi è stato uno spasso. Ho aperto la pagina dei miei amici di Facebook e ho scelto un paio di personaggi minori che saranno semplicemente uguali a quello che sono in realtà. Per la parte del villano avevo pensato all'ex-fidanzato di una mia amica che si era dimostrato molto poco furbo. Dopo aver recentemente scoperto che le era anche stato infedele non ho più avuto dubbi, sarà quella la faccia che finirà per mangiare le pietre quando arriverà la resa dei conti alla fine del libro. 
Del resto, ho provato qualche ricerca su Google Images ma non ho trovato nulla di diverso dalle solite modelle perfettamente truccate e pettinate o attori famosi e siliconati. Invece io cercavo volti freschi, veri, personaggi più credibili, o anche espressioni forti, che mi colpissero, sguardi profondi e bocche lardose. Ho avuto più fortuna su Pinterest, che molti considerano una baggianata da donne, e lo sarà anche, ma con semplici parole chiave tipo 'donna brasiliana mezz'età' o 'ragazza capelli rossi' ho trovato buoni spunti. Ovviamente se possibile conviene mettere le parole chiave in inglese, così si hanno migliaia di risultati in più. Ho raccolto i volti che attiravano la mia attenzione, senza pensare al romanzo e ai personaggi che stavo cercando in questo momento; piuttosto, ho creato un database a cui attingere anche in futuro. Poi, uno per volta, mi sono concentrata su un personaggio e ho guardato tutti quei volti per vedere se ce n'era uno che gli corrispondeva. Ha funzionato benissimo, e se l'idea vi incuriosisce potete fare l'esperimento voi stessi QUI. Mal che vada, vi rifarete gli occhi.


L'angolo del follower


Cosa ne pensate della mia tecnica per la creazione dei personaggi? Credete che funzionerà? Anche voi usate una griglia scritta e foto di persone reali o preferite lavorare di fantasia? I vostri commenti sono sempre ben graditi.

Buone parole a tutti!

26 commenti:

  1. Assolutamente faccio così anche io; un romanzo è un lavoro corposo nello spazio e nel tempo: senza schede che riportino i dati credo sia impossibile evitare ci commettere delle imprecisioni.

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    1. Anch'io mi confonderei e perderei troppo tempo a ricercare i tratti di ognuno.

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  2. Che bel lavoro che hai fatto! Troppo carina poi l'idea delle foto, mi sa che te la ruberò :)
    A dire il vero non faccio mai queste schede, per lo meno non così dettagliate, però ora in fase di revisione mi tornerebbero parecchio utili per controllare alcuni dati.

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    1. Grazie mille, mi fa piacere che ti piaccia l'idea delle foto, io invece ti ruberò l'idea di Google Earth che hai postato oggi su Anima di Carta!

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  3. Io opero in modo molto simile :)
    Ho le schede dei personaggi ma non le considero un diktat, bensì delle linee guida modificabili a seconda delle esigenze. Manca però la domanda "perché è nella storia" e penso che tu mi abbia dato uno spunto molto utile per comprendere se devo operare delle modifiche: il mio romanzo ha preso una piega completamente differente rispetto a quella che aveva all'inizio e mi domando se tutti i personaggi mi servono ancora. Potrebbe essere un ottimo modo per scoprirlo.
    Anche io cerco le foto di persone comuni. Solitamente mi baso sulle "persone che potresti conoscere" di facebook. Le ho messe tutte nella scheda, come se fosse un curriculum vitae :)

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    1. Bella l'idea del curriculum vitae! A volte io uso due foto per la stessa persona, una per il viso e una per il corpo. Mi aiuta nelle descrizioni, che sono la mia croce.

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    2. Io per questo romanzo ne sto usando due perchè la storia copre un arco temporale molto ampio quindi cerco di ricostruire una sorta di "invecchiamento" :)

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    3. Addirittura! Certo che sei partita alla grande! Io come forse ti avevo già accennato ho sfoltito la trama perché l'idea iniziale era troppo complicata, non me la sentivo di affrontare una tale mole di lavoro come primo tentativo. Già così con la storia semplificata mi spavento spesso quando penso a tutte le informazioni che devo ricordarmi e accorpare.
      Allora complimenti per il coraggio, non vedo l'ora di leggere questo capolavoro!

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  4. Vado molto a braccio, senza schede, foto o altro. Mi ha colpito la frase "quando un personaggio minore mostra inclinazione a diventare protagonista etc." be' succede e quando succede sono guai, scompagina tutta la storia che già aveva una sua trama stabilita a monte. I personaggi per me sono sempre la vera anima del romanzo più della storia stessa. baci Sandra "Ragione e pentimento"

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    1. Succede spesso che la storia prenda una piega inaspettata e ci porti dove vuole. E' bello lasciarsi trasportare ma a volte dispiace lasciar perdere un personaggio che è diventato superfluo e a cui ci eravamo affezionati.

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  5. Ma come sei professionale!
    Io di fatto non preparo quasi mai le schede dei miei personaggi (infatti i minori rischiano sempre di cambiare il colore degli occhi o pettinatura). Per i principali mi illudo di avere le idee più chiare. Ho sempre l'impressione che loro esistano, da qualche parte e che io li veda sempre meglio. Quindi se mi sono apparsi la prima volta alti o bassi, bruni o biondi, difficilmente cambieranno queste caratteristiche, ma saranno sempre meglio definite. Inizio a capire come si vestono, come si muovono, cosa fanno nel tempo libero, fino ad arrivare al loro gusto di gelato preferito.
    Tenar

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    1. Ti appaiono i personaggi? Beata te! Allora devi solo guardarli e studiarne i tratti, poi guardare come si muovono e andare a prendere il gelato con loro. Sarei curiosa di sapere perché usiamo tutti personaggi inventati anziché scegliere persone che incontriamo nella vita reale. Gusto di gelato? ottima idea, te la rubo subito! Dice molto di una persona, se sceglie crema o frutta...

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  6. Funzionerà, vedrai! Io però non inizio a scrivere senza sapere bene come sono i personaggi principali, o non riuscirei a raccontare di loro. Per di più, se facessi la loro conoscenza durante la stesura anziché prima, finirei con l'avere molto di più da correggere durante la revisione, cosa che non gradisco. Già mi impunto per giorni su delle inezie, figurati se i personaggi si mettessero a cambiare nome e colore di capelli! Mi dovrebbero ricoverare...

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    1. Può darsi che il mio bisogno sia legato all'inesperienza, se mai inizierò un nuovo romanzo potrei avere abbastanza confidenza da partire direttamente con le idee chiare come fai tu. L'idea di scrivere queste prime cento pagine conoscitive è nata dalla paura di scrivere un romanzo intero come ho fatto l'anno scorso per poi scoprire che è orrendo e non poterne far nulla. Anch'io non sono amante della revisione, se penso che ci ho messo tre mesi a scrivere una storiella di due pagine per un concorso mi passa la voglia...

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    2. Io in cambio mi faccio cento pagine di appunti preliminari... ah, dimenticavo: Bird by Bird è bellissimo. Anne Lamott mi è tanto piaciuta che ho letto di suo anche Traveling Mercies: Some Thoughts on Faith. E' una persona che mi fa piacere ascoltare.

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    3. Non l'ho letto, mi era parso di capire dalle recensioni che il suo unico libro degno di essere letto fosse appunto "Bird by Bird". Buono a sapersi, lo metto subito nella lista dei libri da leggere!

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    4. A me è piaciuto, ma non è un libro che possa interessare chiunque, considerato l'argomento. Niente a che vedere con la scrittura in senso stretto.

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  7. Non ami quando i personaggi si evolvono, come se fossero dotati di vita propria? :)
    La protagonista femminile del mio romanzo ha cambiato cognome non so più quante volte!

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  8. E' vero! Anche uno dei miei personaggi continua a cambiare cognome! Amo i nomi che in qualche modo richiamano la caratteristica principale del personaggio a cui sono abbinati. Nei libri e nei film presto sempre attenzione a questi particolari, mi pare che in inglese si usi molto di più questa tecnica. "Goodwill" e "Cunning" sono due esempi classici.

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    1. Infatti mi sa che le cambierò di nuovo nome. :)

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    2. io chiamerò il mio protagonista marco lazzara, mi suona bene.

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    3. Suona bene anche se non so in realtà se si pronuncia Làzzara o Lazzàra! :D

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  9. nessun problema per quanto mi riguarda. il protagonista dei miei racconti, e anche del mio romanzo che sta nascendo, sono io, e i personaggi di contorno sono le persone che amo. camuffo un pò il tutto, storpio un pò i nomi, e racconto in libertà. amen.

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    1. Approccio interessante, che va contro la stragrande maggioranza dei manuali di scrittura. A detta loro, usare persone vere rischia di raccontare storie per se stessi anziché per il lettore, annoiandolo a morte. Si rischia anche di offendere qualche parente! :D
      Io personalmente ho cambiato la mia protagonista in corso d'opera, rendendola più diversa da me di quanto non fosse all'inizio, proprio per evitare di cadere nell'autoreferenziale.
      Detto questo, fai bene a scrivere come ti pare, che i manuali van sempre letti poi dimenticati!

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  10. non ho il dispiacere di conoscere i manuali di scrittura. racconto quel che mi va di raccontare, per me stesso innanzitutto, e mi va di raccontar me stesso (che poi, chi è questo me stesso? quello delle pagine, quello fuori dalle pagine? chiedo scusa a pirandello se lo sto un po' plagiando). se non interesso, scrivo e campo lo stesso. in lacrime per non esser letto, ma campo. le persone che amo le maltratto abbastanza anche al di fuori delle pagine, son vaccinate.

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    1. Sicuramente un po' di entrambi. Quello nelle pagine, magari, certi giorni è più vero di quello fuori dalle pagine. A me capita così.
      Lacrime mai! Ci si rialza e ci si riprova.

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