Paziente: "Dottore, voglio fare lo scrittore, ma temo la concorrenza. Da quando sono bambino ho sempre creduto che da grande avrei scritto libri di successo, ma ora mi accorgo che ci sono romanzieri dappertutto, ci sono più scrittori che lettori!"
Terapeuta: "Capisco, hai paura di perderti nella massa, di disumanizzarti, di sentirti inutile. Hai paura di perdere il tuo senso d'identità. Se ciò che scrivi non dovesse essere letto, perderesti il tuo valore come persona, come individuo. Hai paura di impegnarti in un progetto solo per scoprire che non sei bravo, che non hai talento, che non c'è nulla di nuovo, di non detto, da comunicare. Ti sentiresti solo, inutile, cominceresti a bere, finiresti abbandonato dalla tua famiglia, moriresti reietto e nessuno verrebbe al tuo funerale"
Paziente: "Dottore, così mi spaventa! Io ho solo paura che quel che scrivo non sia abbastanza interessante o divertente. Ho un blog, sa, sto scrivendo un romanzo, ma ci vuole tanto tempo, tanto impegno, e quando leggo libri di autori famosi mi butto giù, penso che non riuscirò mai a scrivere qualcosa di altrettanto buono"
Terapeuta: "Capisco, hai l'ansia da prestazione. È il complesso d'Edipo, che causa nel tuo inconscio un senso d'inferiorità, ti blocca e ti impedisce di esprimerti liberamente. In realtà, quel che vorresti è uccidere tuo padre e andare a letto con tua madre"
Paziente: "Ma dottore sono una donna!"
Terapeuta: "Certo, certo, se lo dici tu… Devo essermi confuso per via dei, ehm, baffi… Per caso sei omosessuale? Bisessuale? Hai cambiato genere?”
Terapeuta: "Certo, certo, se lo dici tu… Devo essermi confuso per via dei, ehm, baffi… Per caso sei omosessuale? Bisessuale? Hai cambiato genere?”
Paziente: "No, ho avuto un paio di inciuci con una ragazza ai tempi della scuola, ma non credo di essere bisex. Voglio dire, mi piace il pene!"
Terapeuta: "Allora è ovvio, hai l'invidia del pene. Potrebbe trattarsi di una regressione anale. Sei una persona ordinata? Metodica? Collezioni oggetti?"
Paziente: "Sono sempre stato un appassionato di matite, ne compro una da portarmi a casa ogni volta che vado in viaggio. Mi piace scoprirne i colori, il tratto, la morbidezza. Fare la punta alle matite è rilassante, le uso fino a consumarle completamente"
Terapeuta: "Ecco, vedi? La matita rappresenta un simbolo fallico. Se la usassi per scrivere ne eiaculerebbero i tuoi desideri, perversi, irrefrenabili e spaventosi. Quindi ti senti costretto a tenere il tutto chiuso sotto chiave, nell’inconscio. La matita rappresenta il peccato"
Paziente: "No, dottore, non ha visto le vignette? La matita adesso rappresenta la lotta al terrorismo"
Terapeuta: "La matita come arma? Interessante, soffri di allucinazioni uditive? Deliri di potere? Senti delle voci che ti comandano insistentemente quel che devi fare e pensare?"
Paziente: "No, difendo solo la libertà d’espressione, ma sono pacifista"
Terapeuta: "Ma dentro di te la lotta è già in atto. Il tuo inconscio lotta per essere liberato dal giogo del Super Io. Devi abbandonarti alle tue pulsioni. Lascia che il tuo Ego spezzi le catene delle aspettative sociali inculcate dalla famiglia d'origine durante la tua infanzia!"
Paziente: "E come posso fare per liberare il mio Ego?"
Terapeuta: "Fai qualcosa che ti piace, che ti aiuta a sfogarti. Non so, cosa ti piace fare? Correre? Disegnare?"
Paziente: "Beh, veramente no. L'unica cosa che mi piace fare è scrivere"
Terapeuta: "Perfetto! Scrivi, inventati dei personaggi e lascia che interagiscano tra di loro in una storia fantastica. Vedrai che sarà catartico, permetterà al tuo inconscio di esprimersi. Ogni personaggio rispecchierà una caratteristica della tua persona e la loro interazione ti aiuterà a incasellare le tue esperienze, sedando le tue paure, dissipando le tue fobie"
Paziente: "Ma la mia paura è proprio quella di scrivere!"
Terapeuta: "Mi dispiace, ma il tempo a nostra disposizione è finito per oggi. Sono duecentocinquanta Euro, non ti serve la fattura, no?"
Matite... Regressione anale... Tutto questo mi riporta alla mente una vecchia filastrocca goliardica. E non dico altro. :)
RispondiEliminaBel pezzo; divertente. Si vede che "sai di lettere"! ;)
Eh no! Adesso ci devi dire la filastrocca! Sto ridendo solo a immaginarla :D
EliminaDavvero non la sai? Roba da scuole medie, eh!
EliminaSecondo Nonciclopedia, alla voce Divina Commedia (http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Divina_Commedia):
"Nel mezzo del cammin di nostra vita / Mi ritrovai in culo una matita / Oh che gioia! Oh che dolor! / Era una carioca dodici color."
hehehehehe. L'ho letta cinque ore fa e sto ancora ridendo X=D
EliminaBello! Un racconto divertente e piacevole! Ho riso un sacco! :-D
RispondiEliminaPerò perché prima dici che è una donna e poi usi il maschile? :)
Grazie :) Alla domanda non rispondo subito, perché sono curiosa di vedere se altri vorranno commentare in proposito. Forse è una sottigliezza troppo sottile da cogliere :)
EliminaAnche all'inizio dici "da quando SONO bambino"... la cosa mi aveva fatto pensare a una specie di gioco delle parti tra io, es e super-io; però ne so davvero poco, di tutto ciò, ed è più probabile che mi serva uno "spiegone" :)
EliminaInteressante questa interpretazione, purtroppo in questo caso "da quando SONO bambino" è una svista, dalle mie parti si dice così ma probabilmente è un modo di dire dialettale e l'accademia della crusca la metterà sul mio conto, già salato... :(
EliminaForte il dialogo! Mi ci voleva un po' di sana ilarità per risollevare l'umore. Baci
RispondiEliminaGrazie Anna :) Ci vuole sempre un po' di sana ilarità :)
Eliminal'ironia lascia trapelare un certo timore reverenziale, nei confronti di quelli ritenuti "all'altezza" e forse anche ai maschietti, vedi "Una stanza tutta per sé"
RispondiEliminama forse è solamente un necessario ridicolizzare chi spesso ridicolizza chi scrive, ritenendola una perdita di tempo, un gioco innocente ma spesso inconcludente.
Insomma, io non sono un analista, non chiedo fattura, ma un consiglio te lo do lo stesso. Scrivi cazzarola, più forte che puoi
:-)
Se lo dici tu, Massimo, non posso che ubbidire! :)
EliminaUn cerchio che si chiude nell'esborso di 200 euro. Costano meno le matite. Scrivi và, sarà catartico
RispondiEliminaIl particolare dei baffi me l'hai ispirato tu (hehe scherzo). Grazie di essere passata a trovarmi anche nel mondo virtuale, è stato molto bello conoscerti di persona. Vorrei scrivere un post su di te... ci siamo scordate di farci un selfie!
EliminaIronico ma non troppo, nel complesso m'è piaciuto, è bello scrivere storie sotto forma di dialoghi, aiuta molto, secondo me.
RispondiEliminaUn appunto: se è una donna, perché dice "voglio fare lo scrittore", "Da quando sono bambino" e "Sono sempre stato un appassionato"? :)
Scrivere dialoghi senza contesto permette un ritmo sostenuto nel botta e risposta. Ho notato che non metto mai il punto fermo alla fine di una frase tra virgolette, come se questo permettesse una maggiore fluidità alla lettura. Di solito li aggiungo in fase di revisione, ma stavolta non l'ho fatto per curiosità. Nessuno finora lo ha commentato.
EliminaAnche altri hanno notato questa discrepanza tra maschile e femminile, la spiegherò con un commento cumulativo tra qualche giorno, sto aspettando di vedere se qualcuno coglie il mio intento o se è talmente nascosto che esiste solo nella mia testa X=)
Il punto però ci vuole, anche se si tratta di un dialogo. Non ha senso mettere il punto esclamativo e interrogativo e non quello normale.
EliminaCi ho pensato anch'io. Non potevo levare tutta la punteggiatura, avrebbe reso la lettura troppo piatta e di difficile comprensione. Mi piacerebbe sperimentare in questo senso, però, quando mi capiterà la storia giusta. Preferisco poca punteggiatura piuttosto che troppa!
EliminaLa struttura circolare ci sta benissimo in questo racconto. Mah, a me sembra che scrivere... no, continuare a scrivere per tanto tempo richieda doti da equilibrista. Capisco quelli che dicono: "ma va', fate tante storie... alla fine se vi piace fatelo, se non vi piace smettete." Li capisco, ma loro non capiscono, invece. Le cose importanti non sono quasi mai così semplici. ;)
RispondiEliminaNon è facile capire per chi non lo ha provato sulla sua pelle. Perfino la mia dermatologa ha scosso la testa e mi ha suggerito di provare a ad andare in un'agenzia interinale, come se scrivere fosse la conseguenza logica del non trovare un lavoro vero.
EliminaAh già, se non trovi un lavoro "vero" scrivendo sei proprio a cavallo!
EliminaMa è fantastico! Mi hai regalato più di un sorriso (cosa di cui, ti assicuro, avevo proprio bisogno).
RispondiEliminaGrazie! Mi fa molto piacere pensarti sorridente :)
EliminaBuonasoira sono il dottor Ruttus, emerito pscolorum della zona di basso profilus. Il mio esimio paziente irrecuperabilis Marcus Amatum mi ha incaricatum di dirimere la controversia espressa dal mio collega terapeutam in tale sopra scrittum. In particolarem la paziente nell’oggettus iscritto soffre di un’androginia persistente dalla accentuata personalità contundente. Che se sommata alla mantidea religiosa comuni voluntà in tutte le donne di staccare la testa a li omini dopo l’accoppiamentum copulare rende evidente la curiosa confusionen di gender.
RispondiEliminaBuonasoira dottor Ruttus, graziem per la magnificat comparsam sul de agostibus. La presentia sua è moltum graditam. La mantidea religiosa è una optima idea, e l'androginità è la rispostam ad hoc. Complimentus!
EliminaEhi Lisa, scusa se ho lasciato esporre il caso al mio terapeuta di fiducia(!), ma credo che il suo intervento al racconto fosse dovuto.
RispondiEliminaChe dire splendido. Se non ricordo male nel tuo post biografico avevo letto che sei psicologa. Il che ha reso con cognizione particolarmente esilaranti tutte le implicazioni psicologiche esposte dal terapeuta.
Complimenti per l’autoironia.
All’invidia del pene, la regressione anale, il simbolo fallico ci sono con Freud. Giuro che prima o poi passo pure a Jung e Winnicott.
Uno scrittore, se è tale, la psicologia dei personaggi la deve cogliere per istinto. Dostoevskij, Tolstoj, erano grandi psicologi ante litteram, però una base dello studio psicologico credo sia fondamentale.
P.s. Riguardo al mistero dell’uso al maschile riferito a una donna, potrebbe essere legato ai sogni, dove, se non ricordo male, i baffi rappresentano una simbologia sessuale. Ma non ricordo di che tipo… Dovrei chiedere a Ruttus ma è andato a dormire. :)
Quanto ti invidio il tuo terapeuta di fiducia :)
EliminaSono psicologa ma di indirizzo NON psicoanalitico... mi addormento a leggere quegli autori. Spero che le mie conoscenze mi aiutino a creare personaggi pazz...(esch)i.
I baffi nei sogni rappresentano forza e virilità, ma se sognati da una donna possono significare l'incapacità di tacere sentimenti sconvenienti.
Quando vedi Ruttus dagli il mio indirizzo, sono già un po' innamorata <3
Ruttus è un po' timido. Però dice che per il 29 Febbraio dovrebbe trovare il coraggio per contattarti.
EliminaMeglio il 29 del 30... :)
EliminaPer un attimo resterei sui desideri, quelli perversi... Quali sono i tuoi? :)
RispondiEliminaMangiare un intero barattolo di melata col dito, tuffarmi in un buco subacqueo senza bombola, convertire Jònsi all'eterosessualità. Quali sono i tuoi?
EliminaHo riflettuto un po', prima di rispondere, e non ritengo il luogo in questione adatto a una risposta sincera. Naturlamente scrivendo di serial killer, stupratori seriali, psicopatici e deviati vari, alla fine, si finisce per assomigliargli... :P
EliminaNon so se voglio saperli allora :)
EliminaNon smettere mai di scrivere!
RispondiEliminaFedi
Mai :) Grazie bella <3
Eliminaps: glet caveda? ;)
Intrigante, pungente, sorprendente. Complimenti.
RispondiEliminaGrazie Renato! :)
Eliminaben condotto, Lisa, tra sarcasmo, sorrisi e un fugace sguardo triste all'attualità attualità.
RispondiEliminaml
balbetto!
RispondiEliminaml
hehehe meno male che le sviste capitano anche agli scrittori più bravi :)
EliminaSveliamo l'arcano, per chi possa essere interessato.
RispondiEliminaIl terapeuta è femmina, il paziente è maschio (almeno, nella mia testa, li ho immaginati così).
Il mio esperimento era di far capire al lettore il genere di entrambi senza svelarlo, se non tramite il loro modo di parlare stereotipato. In che senso? La terapeuta parla troppo, e a vuoto, senza prenderci mai. Il paziente parla di sé al maschile ma dice di essere una donna, la sua diagnosi sarebbe ovvia a chiunque lo incontrasse anche solo per caso in strada, soffre di disturbo di genere. Eppure la terapeuta è talmente fissata sui termini psicoanalitici e le teorie freudiane che fallisce miseramente nel semplice compito di guardare la persona e capire il problema.
Così come io ho fallito miseramente nel mio esperimento :) Ma solo sbagliando s'impara!
A sviare è il fatto che il protagonista parli di sé al maschile dopo aver detto di essere una donna. Forse il gioco avrebbe retto, se la terapeuta gli si fosse rivolta usando il maschile e lui avesse parlato di sé al femminile :)
EliminaTi era venuto il sospetto che la terapeuta fosse una donna? Speravo si evincesse dal suo modo di parlare, ma forse era un indizio un tantino insufficiente... :)
EliminaIl tuo consiglio è molto buono e risolverebbe il mio problema, ma in una reale seduta se il cliente parla di sé al femminile anche il terapeuta, al fine di creare un legame iniziale, si adeguerebbe alla scelta del femminile.
Sì forse hai ragione! :)
EliminaP.S. Sì avevo pensato che fosse una donna. è un po' come l'indovinello sul figlio del chirurgo, non so se lo conosci! :)
EliminaNon lo conoscevo ma ora grazie a Google ho capito cosa intendi :) Era esattamente il gioco di parole che avevo in mente di fare!
EliminaMa non c'è anche un po' di complesso di Elettra? Alla fine gira che ti rigiri è tutta una questione di weltanschauung e di aufbau.:)
RispondiEliminaAhaha, non me l'aspettavo proprio questo post! :)
Il complesso di Elettra è poi l'invidia del pene.. si torna sempre lì quando c'è di mezzo Freud :)
EliminaL'aufbau te lo lascio, al massimo io arrivo al bau bau...
Quella è una battuta che ho fatto una volta ai miei studenti, perchè subito dopo c'è la regola di Hund (cane, in tedesco). :)
EliminaSono dell'idea che una "costruzione interna" (traduzione letterale di aufbau) possa esserci anche nella psiche umana oltre che nel modello atomico...
Abbiamo un senso dell'umorismo simile, allora. I tuoi studenti hanno gradito la battuta? Non sapevo che fossi un insegnante, è proprio ora che apri un blog Marco, la mia curiosità patologica scalpita per conoscere i tuoi segreti. E poi serve una mensola dove poter esporre tutti i tuoi Liebster Award.
EliminaDue mie studentesse stavano ridacchiando per quel auf-bau cosi ho aggiunto che hund in tedesco vuol dire cane. :)
RispondiEliminaSul perché non apro un blog mio ho già risposto qualche settimana fa con un audiopost su g+, ma posso lo stesso soddisfare la tua curiosita patologica: chiedi pure e ti sarà risposto. ;)
Dici l'intervista di dramaqueen? L'ho ascoltata ma non è che ti sei proprio esposto eh... beh dai almeno adesso hai una voce :)
EliminaSono arrivato tardi, quando la soluzione l'avevi già data. Ma non c'ero arrivato, stavo ipotizzando (prima di leggere la soluzione) che paziente e terapeuta fossero la stessa persona, un caso di schizofrenia, un esercizio allo specchio... Insomma, mi ero perso, non è il mio campo, non sono stato mai da un'analista anche perché avrei subito problemi di transfert, pensa, mi sta già succedendo addirittura con te! :)
RispondiEliminaBella l'idea dello sdoppiamento di personalità! Potrebbe funzionare bene in questo caso, o forse mi hai ispirato un altro racconto :)
EliminaDivertente, anche qui d'obbligo i miei complimenti! Ho seguito il gioco femmina/maschio nei protagonisti, ma poi ho letto la tua spiegazione, dunque adesso ne sono condizionata. Fai il lavoro che avrei voluto fare io, quando fra i banchi del liceo sognavo,di essere psicologa...invece sono diventata un pallosissimo avvocato!
RispondiEliminaPrima di tutto sei una scrittrice pubblicata, e non solo un pallosiss... ehm... no, volevo dire, fare l'avvocato è divertente, no? Soprattutto al giorno d'oggi in Italia, dove fila tutto liscio come l'olio e la burocrazia è molto ben organizzata... ;)
EliminaBeh, lo scoop è che ho fatto una scelta di vita della quale non mi sono mai pentita: godermi la crescita dei miei figli e dedicarmi alle mie due passioni: artigianato (ho un laboratorio creativo) e scrittura. (Pensa, una creativa che maneggia asettiche norme!)
RispondiEliminaHo letto sul blog di Chiara che sei una mamma giovane quindi chissà che un giorno tu non riesca a trovare qualcosa che unisca tutti i puntini (parlo come Steve Jobs...).
EliminaPotresti finire a scrivere thriller giuridici alla John Grisham! :D
No no, mamma giovane non più! Ma chissà che, ugualmente, non riesca un giorno ad unire tutti i puntini anche verso una nuova direzione narrativa! :)
EliminaI thriller giuridici non fanno per me, ma...never say never! :D