16.11.15

Elementi base del romanzo



Photo credit: tattoo.com



Al corso di scrittura con Kathryn Para ho imparato moltissimo, e nelle prossime settimane vorrei condividere questa bellissima esperienza con voi. Il tema del corso era "Trama e struttura" e nonostante in passato avessi già letto vari manuali di scrittura sull'argomento, ho scoperto che c'è ben di più da sapere a riguardo. Cercherò di evitare l'ovvio e soffermarmi invece su quel che non sempre si legge in giro.

QUESTO POST PARLA DEGLI ELEMENTI BASE CHE COSTITUISCONO UN ROMANZO. SI RIVOLGE A SCRITTORI CHE ABBIANO GIÀ UNA CERTA ESPERIENZA IN MATERIA DI SCRITTURA.


Il protagonista:


È il nostro eroe. Ogni romanzo ne ha uno, e uno solo. 

Ha due caratteristiche imprescindibili:

1) vuole qualcosa a tutti i costi. Ha un obiettivo ben preciso, irremovibile.

Esiste un'eccezione alla regola. Si tratta del protagonista passivo: non vuole nulla, è trascinato nella storia contro la sua volontà, non prende mai in mano la situazione ma si lascia dominare o guidare dagli altri personaggi e dagli eventi. 

NB: Il problema con questo tipo di protagonista è che si rischia di rimanere impantanati a metà storia, non si riesce più ad andare avanti. Indovinate un po'? Tutte le mie protagoniste finora sono state passive! Grande Lisa. Parti sempre dalle missioni impossibili! Per fortuna sono riuscita a lavorare con il gruppo, trovando nei meandri della mente della mia eroina quel che ne muove i passi, cioè il desiderio di indipendenza (anche se quel che lei crede di volere non è affatto quel che le serve).

2) ha una mancanza, un dolore, che causa un difetto fatale alla sua personalità. Questa caratteristica lo rende umano e permette al lettore di identificarsi. 

Per esempio, la mia protagonista soffre d'ansia, e prende una valigia di rimedi omeopatici nel tentativo di mantenere il controllo sui suoi stati emotivi. Nonostante i suoi atteggiamenti e comportamenti siano irritanti al punto di diventare patetici, il lettore (spero) si identificherà con la sua umanità e gliene perdonerà di ogni. 

Un altro esempio: per chi ha visto la serie TV Desperate Housewives, Gabrielle è egoista e viziata, nella vita reale non la vorremmo come vicina di casa, ma sapendo della sua infanzia difficile proviamo empatia nei suoi confronti e ridiamo  ogni volta che fa una delle sue scenate melodrammatiche. Lo stesso vale per le altre protagoniste della serie: Susan è l'insicura, Lynette è la prepotente, Brie è la patologicamente (f)rigida.


L'antagonista


È l'anti-eroe. In inglese si chiama "villain" e ho sempre pensato che dovesse essere un fattore negativo, in opposizione al protagonista. Sbagliavo. L'antagonista affronta il viaggio insieme al protagonista, gli crea problemi, cerca di fermarlo, ma non è detto che sia cattivo. Vuole qualcosa a tutti i costi, e questo qualcosa è spesso la stessa cosa che vuole il protagonista.

NB: l'antagonista è sempre una persona. Non può essere, per esempio, una malattia, o l'incapacità di trovare un lavoro, o di procreare.

Per esempio, in The hunger games, l'antagonista di Katniss non è il gioco, né la capitale, bensì Peeta.


L'incidente iniziale


È l'evento che cambia per sempre la vita del protagonista, ne mette in moto il cambiamento senza possibilità di tornare mai più al mondo ordinario come lo conosceva.

Per esempio, in Harry Potter l'incidente iniziale è l'arrivo di Hagrid a casa Dursley, in The hunger games è il sorteggio di Prim.

La posta in gioco


Il nome in inglese è "stakes", spero di averlo tradotto bene, se conoscete un termine migliore vi prego di farmelo notare così posso correggere. La posta in gioco è ciò che è a rischio, sotto accusa o messo in discussione. Più è alta, più il lettore si sentirà chiamato in causa. Di solito la posta in gioco è un bene supremo, come la vita, la libertà o l'amore.

Per esempio, in Harry Potter la posta in gioco include tutte e tre le cose. Ognuna di queste è la risoluzione di uno dei tre livelli della trama. Approfondiamo questo concetto, perché capirlo mi ha dissipato molti dubbi che avevo sul mio romanzo.


Le trame


Trama A: è la trama esterna; quella, per capirci, che si legge nella logline (che costruiremo la prossima settimana)Comincia nel primo atto e termina nel terzo atto, accompagna il lettore lungo la concatenazione di eventi che fa avanzare la storia dall'inizio alla fine. Il protagonista vuole qualcosa e fa di tutto per ottenerlo. 

Per esempio, Harry Potter è una serie fantasy, ambientata in una scuola di magia fuori Londra, su un adolescente apprendista che impara ad usare i suoi poteri per combattere un mago malvagio.

Riduttivo, no? Il motivo è che quel che ci fa amare Harry va ben oltre la trama A, quel che ci fa identificare con le sue peripezie sono la trama B e la trama C.

Trama B: è il viaggio interiore del protagonista. È un arco di crescita che vede l'eroe cambiare in modo irreversibile. Risulta nel risanamento del dolore che affligge il personaggio oppure nel superamento (o accettazione) del suo difetto fatale. 

NB: La trama B comincia nel secondo atto e si suddivide in due fasi: nella prima, Batman diventa Batman, nella seconda, Batman lotta contro i cattivi.

Per esempio, Harry Potter scopre di avere poteri magici, impara a usarli, poi li usa per sconfiggere Voldemort, imparando ad accettarsi come mago, grazie al supporto dei suoi nuovi amici, e risanando il dolore della perdita dei genitori.

Trama C: è la storia d'amore. Regola assoluta per questa linea narrativa: deve essere tormentata! A nessuno piace leggere di una noiosa coppia felice e contenta.

La sottotrama


La sottotrama è una storia parallela che rispecchia la trama principale. Non è indicata per scrittori in erba, perché deve intrecciarsi alle trame A, B e C con regole precise. Quando la trama A è positiva, la sottotrama è negativa. Quando la tensione scende nella trama A, la tensione deve salire nella sottotrama. E così via. Meglio lasciarla per chi ha già scritto altri romanzi e ha interiorizzato il meccanismo dell'arco della storia (di cui vi parlerò la prossima settimana). 

Per esempio, la relazione tra Hermione e Ron è una sottotrama di Harry Potter. Quando Harry è felice, quei due litigano. Quando Harry è a pezzi, quei due si danno finalmente il primo bacio. In questo modo, il lettore rimane appiccicato alla pagina, senza mai svegliarsi dal sogno narrativo. 

Indovinate un po'? Il mio romanzo ha DUE sottotrame! Di nuovo, ho vinto il primo premio al concorso "Complichiamoci la vita". 


Compiti a casa:


Prendete il vostro romanzo (o un libro che avete letto di recente) e scrivetene i seguenti dati, che useremo per costruire la logline.

Genere:

Ambientazione:

Protagonista:

Antagonista:

Obiettivo:

Se avete dubbi o domande, non esitate a chiedere, sarò felice di (cercare di) rispondervi. Inoltre, alcuni di voi hanno più esperienza di me e le critiche costruttive sono sempre ben accette.

91 commenti:

  1. Mi sembra che tu abbia azzeccato un'altro corso ;)
    Ci sono diverse cose che sapevo, qualcuna che intuivo in maniera più confusa e altre che proprio non mi ero mai sognato di sistematizzare in questo modo: credo che alla prossima scrittura/riscrittura, questo brogliaccio sarà davvero molto utile :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere che tu abbia trovato spunti utili, ero titubante nell'affermare che certe nozioni del corso non si possano facilmente trovare nei manuali di scrittura, ora ne sono più convinta.

      Ho un dubbio per il prossimo post: Kathy ha parlato della struttura a tre atti, e ha detto che se vogliamo scrivere "a popular novel", cioè un romanzo "commerciale", facilmente vendibile a un'ampio pubblico, è importante seguire l'arco della storia e rispettarne ogni punto (per esempio, il mondo ordinario, poi l'incidente iniziale, poi le varie peripezie, fino a climax e scioglimento). Invece, se vogliamo scrivere "literary fiction", dobbiamo conoscere queste regole ma possiamo deviare dall'arco della storia, riempiendo le lacune con l'arte, lo stile o il linguaggio.

      Secondo te, "literary fiction" si traduce con romanzo letterario? Faccio fatica a pensare ad esempi di romanzi del genere, mi verrebbe da dire che tutti i classici sono letterari... ma tra i contemporanei? Riesci a suggerirmi qualche esempio?

      Elimina
    2. Ci vorrebbe qualcuno che abbia fatto lettere...
      Mi stupirei se tutti i classici fossero tanto ligi alla struttura in tre atti; di certo però ci sono romanzi moderni che ne esulano: il primo che mi viene in mente è il Finnegans Wake (per quanto non saprei dire se l'opera, che è certo "literary", possa anche essere considerata "fiction" :) )
      Con buona probabilità Calvino con "Se una notte" non è ligio ai tre atti, dato che ha una struttura a scatole cinesi; e presumo che anche Borges (che amava le costruzioni complesse) abbia tentato vie alternative.
      Io però non sono la persona più adatta per questo tipo di dissertazioni: ci sarà di sicuro qualcuno che ne sa in giro per il blog :)

      Elimina
    3. Non ho letto Finnegans Wake. :(
      Vado a vederlo.
      Grazie, vediamo se qualcuno vorrà aiutarci.

      Elimina
    4. Potrebbe essere un'esperienza traumatizzante :)

      Elimina
    5. Ho cambiato idea, mi è bastato leggerne l'estratto! X_X

      Elimina
    6. Penso che "literary fiction" possa essere semplicemente tradotto con "letteratura".

      Elimina
    7. Come si chiamerebbero allora i libri non "literary"?
      (Non dire "spazzatura"...) :D

      Elimina
    8. Ah sì? Non ci avevo mai pensato. Vedi perché faccio bene a pagarti? :D
      Quando dai queste risposte così intelligenti mi spiazzi.

      Elimina
    9. Chi più spende, meglio spende! B-)

      Elimina
  2. Anch'io penso che tu abbia azzeccato il corso. Non sono certa al 100% che l'antagonista sia sempre una persona, però ci devo ragionare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non lo è: potrebbe essere la società, oppure la natura...

      Elimina
    2. L'antagonista è per forza una persona (ovviamente se è un libro di animali, può essere un animale...)

      Quel che dici tu, Michele, penso siano i quattro possibili tipi di lotta che il protagonista affronta:

      - uomo contro natura
      - uomo contro se stesso
      - uomo contro uomo
      - uomo contro società

      Elimina
    3. Pensavo ad una storia tipo "Cast away" (almeno finché è sull'isola): chi è l'antagonista, dato che c'è una persona sola?

      Elimina
    4. Ottimo esempio. Analizziamo la trama (come me la dice Wikipedia).

      Il protagonista del film, Chuck Noland, vive a Memphis una vita appagante per il lavoro che svolge con passione come dirigente operativo della FedEx, nota e grande azienda di spedizione merci in tutto il mondo, (MONDO ORDINARIO)

      e per l'amore ricambiato di Kelly, la sua fidanzata con cui ha intenzione finalmente di sposarsi; (ANTAGONISTA)

      ma prima deve recarsi per il suo lavoro in Thailandia. L'aereo della FedEx su cui viaggia precipita in mare (INCIDENTE INIZIALE)

      e Chuck si salva approdando su un'isola deserta (COMINCIA SECONDO ATTO)

      dove impara a sopravvivere bevendo il succo delle noci di cocco, mangiando granchi e imparando ad accendere il fuoco con mezzi di fortuna. (BATMAN DIVENTA BATMAN)

      Tra i detriti dell'aereo caduto portati dal mare sull'isola c'è un pallone su cui, servendosi dell'impronta insanguinata della sua mano, disegna un volto e lo chiama con il nome impresso della marca: "Wilson" che per non impazzire diverrà il compagno con cui parlare e confidarsi. (PUNTO DI MEZZO)

      Ma la solitudine è terribile da sopportare: il tempo passa inesorabile e nessuno sembra cercarlo tanto che Chuck pensa di uccidersi. (TUTTO È PERDUTO)

      Sono passati quattro anni quando il mare porta sulla spiaggia un detrito di vetroresina: due pareti ad angolo appartenute ad un bagno chimico. Vedendone la resistenza al vento a Chuck nasce l'idea di utilizzarlo su di una zattera come vela da dispiegare per superare la forte risacca dovuta alla barriera corallina che circonda l'isola e poi dirigersi in mare aperto alla ricerca di soccorsi. Il tentativo riesce ma durante una tempesta cade in mare l'"amico Wilson" che Chuck disperatamente, rischiando di affogare, tenta inutilmente di salvare. (CLIMAX)

      È ormai allo stremo delle forze quando una nave incrocia la zattera e lo raccoglie riportandolo alla vita civile. Ma la sua vita non sarà come prima: Kelly, persa ogni speranza di ritrovarlo, pur rimpiangendolo ed amandolo ancora, si è sposata e ha avuto una bambina. (SCIOGLIMENTO)

      Le parole amare, ma serene, di Chuck rivolte ad un suo amico ben rappresentano la morale del film:

      « Sono tornato a Memphis e parlo con te, c'è del ghiaccio nel mio bicchiere e l'ho persa ancora una volta. Mi rattrista non avere Kelly, ma sono grato che lei fosse con me su quell'isola. E adesso so cosa devo fare, devo continuare a respirare… perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare... » (TEMA)

      Se pensi al finale, è ovvio che l'antagonista è sempre la moglie, a cui lui vuole tornare. L'obiettivo di entrambi è sposarsi.

      Elimina
    5. Presso che sì, volendo l'antagonista persona forse lo si trova sempre, a volte ritengo che sia una forzatura. Gli schemi servono come ossatura, ma non devono diventare gabbie.

      Elimina
    6. Sono d'accordo, ma nel mio caso lo schema è stata una scoperta illuminante, ero già in gabbia e ora forse ho una possibilità di uscirne.

      La mia protagonista parte per un viaggio che le svelerà la vera se stessa, accompagnata da un'amica-nemica che pensavo avesse il ruolo di sottolineare la personalità della protagonista, tramite le loro ampie differenze di vedute.
      In realtà, questa amica-nemica è l'antagonista, ed esserne consapevole mi ha chiarito molti dubbi su come dovranno andare le cose tra di loro.

      Elimina
  3. Condivido il pensiero di Tenar, e mi piace molto questo schema delle trame A B C + sottotrama. Adesso sono un po' stanchina (cit.) prevedo quindi di tornare qui quando sarò più lucida, spero presto. Un bacione Sandra

    RispondiElimina
  4. Ti sento entusiasta. Voglio vedere le prossime puntate. Poiché hai usato poche parole semplici per spiegare la trama mi pare di capire che l'hai interiorizzata. :)

    RispondiElimina
  5. Questo post è una perla! (E no, non era un modo simpatico per darti della cozza).
    Grazie per aver condiviso quel che hai imparato :)
    Però mi resta il dubbio: se l'antagonista non è il cattivo, non per definizione, come dovremmo identificare, per restare negli esempi sopracitati, Voldemort o il presidente Snow? Come falso eroe oppure come prova da superare (secondo lo schema di Propp, giusto per avere un punto di riferimento)?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. haha la cozza ringrazia :D

      Voldemort e Snow sono sicuramente antagonisti, quel che io non avevo capito prima è che non sempre l'antagonista è ovvio, come invece lo è in questi due esempi.

      Elimina
  6. Ah, che bello 💗 Ti dico solo questo: io al laboratorio spendo 4 ore su sedici parlando di struttura, e loro portano ad ogni incontro la decostruzione di una storia a scelta, ne vediamo una insieme ogni volta.
    Se dovessi mai riuscire a salvare e riscrivere Cristallo, sarà grazie al lavoro sulla struttura. Sperem.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Analizzare le storie degli altri, specialmente i film, è più facile che analizzare le proprie ed è di grande aiuto. Sarebbe perfetto se potessi trovare un libro che rispecchi le caratteristiche del mio romanzo, da cui prendere spunto (cioè scopiazzare allegramente) :D

      Mi potresti dare i titoli di alcune delle storie su cui hai lavorato? Potrebbe essere un ottimo esercizio.

      Elimina
  7. Molto interessante. In generale sono sempre un po' restia a indicizzare tutto, sembra che si perda spontaneità. Ma questo post invece indica una struttura elastica e multiforme, applicabile secondo diversi accostamenti. L'impressione è che invece di ingabbiare possa sostenere. E' questo che mi piace.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto! La struttura in tre atti e il viaggio dell'eroe danno delle linee guida ma tarpano anche le ali nel momento in cui vuoi sviare dalla regola, invece una struttura flessibile può aiutare la spontaneità.

      Elimina
  8. E' stato un ripasso interessante, soprattutto perché hai spiegato ogni punto in modo lineare e chiaro. Sono contenta di vederti così entusiasta e centrata sul romanzo. Mi sembra che sia stato un corso davvero produttivo per te :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere, grazie!
      Sì, sono un vulcano di idee :D

      Elimina
  9. Mi piace il tuo entusiasmo, si vede che questo corso ti sta facendo bene. Per quanto riguarda l'antagonista, non sono sicuro che debba essere per forza un personaggio: nella Coscienza di Zeno, l'antogonista del personaggio principale è la sua paura della malattia e ciò che lo muove è l'attaccamento alla malattia stessa, da cui non vuole guarire (una malattia immaginaria, naturalmente, inventata, mentale). Non c'è un altro personaggio. Forse dipende dal tipo di narrativa che si scrive? :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'antagonista è sempre una persona. Ti copio-incollo la prima frase della trama da Wikipedia:

      Zeno Cosini, il protagonista dell'opera, proviene da una famiglia ricca, vive nell'ozio ed in un rapporto conflittuale con il padre, che si rifletterà su tutta la sua vita.

      Elimina
    2. Sì, ma il padre appare in due paginette (un poco di più in realtà)... ma ho capito quello che intendi.

      Elimina
    3. Di solito l'antagonista è più presente, hai ragione, ma il fatto che il rapporto col padre ne influenzi ogni decisione ha un impatto notevole sulla storia.

      Elimina
    4. Ho letto la coscienza di Zeno anni fa, però anche il cognato ha un ruolo di antagonista se non altro perché rappresenta ciò che Zeno vorrebbe essere, no?

      Elimina
    5. Zeno è il suo stesso antagonista nella trama B, che riguarda la sua crescita personale. L'antagonista di cui è importante capire l'identità per scrivere la logline e l'arco della storia è una persona della trama A.

      Elimina
  10. È molto interessante. Scopro ogni giorno di più di essere una scrittrice/lettrice anomala, perché scrivo e leggo senza mettermi davanti schemi che, poi, invece sono proprio quelli che decretano la buona riuscita di un'opera. Analizzare un libro sotto tutti questi aspetti rende la sua stesura più ardua o la semplifica, secondo te?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dipende se vuoi fare arte o se vuoi vendere.
      Se vuoi scrivere per te e alcuni illuminati, puoi anche lanciarti in cento pagine di digressione sul tuo mignolo destro, ma se vuoi raggiungere un pubblico più ampio, devi tenere a mente che fin dalla prima pagina il lettore si aspetta che ci sia un viaggio che cambia il protagonista (reso realistico dai suoi difetti) in modo irreversibile, in seguito a un incidente che lo catapulterà dal suo mondo ordinario e lo depositerà tramite varie peripezie in una nuova, calma realtà.

      Io ci ho riflettuto e la risposta che mi sono data è: voglio scrivere arte vendibile. Il buon, vecchio, giusto mezzo. Cosa ne pensi?

      Elimina
    2. Sì, credo proprio di condividere la tua stessa aspirazione! :)

      Elimina
    3. Arte vendibile \o/ Mi associo ^_^

      Elimina
  11. Mi piace come hai espresso questi concetti importanti, in particolare il discorso su trama A, B e C. Invece non sono molto d'accordo sull'antagonista: perché deve essere per forza una persona? E' verso che spesso si cerca di inserire l'elemento umano anche dove la vera lotta è contro la natura o contro se stesso, ma si fa per dare al lettore un appiglio in più, non proprio perché sia necessario. (Perché Peeta sarebbe l'antagonista di Katnisss? Forse non ho capito bene.)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì sì, bella domanda! Perché? :D

      Elimina
    2. L'analisi del testo che ha spiegato Kathy mi ha dato un nuovo punto di vista, te lo spiego come l'ho capito io, però potrei sbagliare.

      In ogni libro c'è un viaggio, una lotta. Questa lotta può essere di quattro tipi, li ripeto:
      - uomo contro uomo
      - uomo contro se stesso
      - uomo contro natura
      - uomo contro società

      L'antagonista è un'altra cosa, è una persona che vuole qualcosa (spesso la stessa cosa del protagonista), che ha un difetto tutto suo, e che blocca il protagonista, gli crea problemi.

      Per esempio nel tuo libro "Due vite possono bastare", io pensavo che l'antagonista di Goran fosse Irene, e la sua lotta fosse contro una vita precedente che non gli sta più bene. Invece in questa nuova ottica la lotta di Goran è contro se stesso e l'antagonista è Cassandra. Lei vuole la stessa cosa del protagonista (che lui ritrovi se stesso) e per questo cerca di fermarlo, lo insegue.

      Peeta vuole la stessa cosa di Katniss, cioè che lei sopravviva, e la costringe ad affezionarsi a lui, impedendole di morire sola, come lei si aspetta.

      Cosa ne pensi?

      Elimina
    3. Non mi convince, sai? L'antagonista, secondo me, può: 1) volere la stessa cosa del protagonista, ma nel senso che solo uno dei due può averla, come succede quando due uomini vogliono la stessa donna, o lo stesso posto di lavoro; 2) volere proprio il danno del protagonista, perché gli ha combinato un brutto scherzo in passato o altro motivo; 3) volere qualcosa e trovarsi tra i piedi il protagonista, come succederebbe se il protagonista stesse indagando su un omicidio e continuasse a ronzare intorno al luogo dove l'antagonista ha seppellito il denaro frutto di una rapina. In sintesi, secondo me non può esistere antagonista senza un contrasto. Goran vuole ritrovare se stesso e anche Cassandra lo vuole. Non c'è contrasto, perché remano nella stessa direzione.

      Elimina
    4. Parole sagge, senza dubbio. Quindi chi è l'antagonista di Goran?

      Elimina
    5. Da un lato il se stesso che ha perduto, che comprende sua moglie, il suo socio, la sua storia; dall'altro Petri, che destabilizza il suo presente. Non c'è un Nemico singolo.

      Elimina
    6. Vedo che anche tu aspiri al premio "Complichiamoci la vita"! :D

      L'importante comunque è che la storia funzioni, e direi che la tua funziona alla grande.

      Elimina
  12. Tanto per cominciare, quel tatuaggio è favoloso e io lo voglio.
    A seguire, questo post è delizioso. :)
    Per finire: non riesco a identificare l'antagonista. Ops.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bel tatuaggio, eh? Un po' impegnativo... mi tatuerei solo la frase, e più in piccolo... meglio non esagerare :D

      Grazie.

      Quello che ho scritto nel commento sopra ti chiarisce un po' le idee?

      Elimina
    2. Uhm. Credo dì sì.
      Ma... l'antagonista può essere anche l'oggetto del desiderio?

      Elimina
    3. Bella domanda!

      Mi viene in mente una ragazza innamorata, di un uomo che la fa soffrire.
      Lui è oggetto del desiderio ma anche antagonista? In realtà, penso che secondo l'ottica di Kathy (che cercava sempre di semplificare le nostre elucubrazioni) l'uomo in questo caso sarebbe l'antagonista mentre il vero oggetto del desiderio sarebbe l'amore felice.

      Cosa ne pensi?

      Elimina
    4. Sì, sono d'accordo. Quindi ho trovato l'antagonista! :D

      Elimina
    5. Bene! Era nascosto bene ma l'hai scovato :D

      Elimina
  13. Eccomi ci sono anch'io! Accidenti un corso che insegna un sacco di cose e vedo che ti ha entusiasmato davvero. Mi sembra anche che ti stia servendo per superare l'impasse del tuo romanzo. Pensando al mio ultimo romanzo non riesco a individuare l'antagonista neanche io come M. Devo rileggermi il post e cercare di fare in analisi più attenta :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La prossima settimana scriveremo la logline e quello potrebbe aiutarti a scoprire il tuo antagonista. Come vedi non tutti sono d'accordo con me per quanto riguarda questo tipo di analisi, però in genere l'antagonista è fondamentale alla buona riuscita della storia quindi mi sentirei di spronarti a scovarlo fuori! ;)

      Elimina
    2. Pensando a "La libertà ha un prezzo altissimo"
      Ambientazione: Alcune città d'Italia e New York
      Protagonista: Michela, una donna che cerca la sua realizzazione personale, ma soprattutto cerca l'amore
      Antagonista: sempre Michela, cioè la sua parte razionale che la blocca nel suo percorso
      Obiettivo: trovare la felicità/serenità/amore. Ok sono tre, ma non sono forse la stessa cosa?:-)

      Elimina
    3. Questa è la trama B, il percorso interno del protagonista.
      L'obiettivo può essere l'amore, ma per capire chi è l'antagonista devi pensare alla trama A.

      Elimina
    4. La trama A allora è costituita dalle vicende lavorative della protagonista che la portano in giro per varie città, nel contempo lei cerca anche di crearsi una famiglia con un uomo da amare con il quale magari avere un figlio.
      L'antagonista è l'uomo sbagliato o che non la ama veramente, che poi nel romanzo sono due.
      Chissà se ci ho preso...

      Elimina
    5. Esatto! Anche una signora al corso aveva una protagonista che vagava e finiva sempre in relazioni sbagliate e l'insegnante ha detto che l'antagonista può essere prima un uomo poi un altro, poi un altro ancora... è poi anche molto realistico che si finisca sempre per fare lo stesso sbaglio più di una volta :D

      Elimina
  14. "Il protagonista: È il nostro eroe. Ogni romanzo ne ha uno, e uno solo."
    Non è sempre così. Esistono anche i romanzi corali, dove i protagonisti sono molti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusta osservazione, Marco. Al corso è stata sollevata questa stessa questione e l'insegnante ha risposto che è indubbio che ci siano romanzi corali, ma è ben difficile scriverli (bene) per cui non rientrano in un contesto di "elementi base" di un romanzo.

      Elimina
  15. Grazie per il passaggio e per il commento Lisa, tornerò a visitarti perché la scrittura è una dele mie passioni principali! (insieme alla musica). Consiglio a chi legge l'inglese un ottimo libro di scrittura creativa: Writing Fiction for Dummies di Randy Ingermarson e Peter Economy, in cui questi concetti sono spiegati molto bene, Randy Ingemarson è inoltre l'autore del metodo "fiocco di neve"(snowflake) per scrivere un romanzo. Per la verità non l'ho trovato adatto al mio modo di scrivere ma è un approccio molto interessante, qui viene spiegato (in inglese) http://www.advancedfictionwriting.com/articles/snowflake-method/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Renato, anch'io uso il metodo del fiocco di neve e grazie a Serena è disponibile anche in italiano:
      http://serenabiancadematteis.com/metodo-del-fiocco-di-neve-scrivere-romanzo/

      Elimina
  16. Sono d'accordo in tutto e mi fa piacere scoprire che nel racconto in stesura ci sono tutti questi elementi.
    Non capisco però che c'entri la storia d'amore: stai parlando del romanzo in genere, non di quello rosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene! Mi fa piacere.

      La trama C fa parte degli elementi base di un romanzo che vende (in Nord America).

      L'insegnante ha insistito sulla distinzione tra romanzo commerciale e romanzo letterario. Quel che abbiamo visto al corso solo gli elementi base per scrivere una storia "che vende", una specie di dizionario universale del romanzo. Da lì poi ognuno può sbizzarrirsi a piacere, ma sapendo che corre il rischio di vendere meno.

      Sono piuttosto convinta che alla maggior parte delle donne piaccia un libro con una storia d'amore. Non è detto che debba essere rosa, può essere amore tra madre e figlio, tra sorelle, tra amiche. Per quanto riguarda i lettori maschi invece non saprei.

      Elimina
    2. Cioè secondo questa insegnante in un qualsiasi romanzo deve esserci una storia d'amore, altrimenti rischia di non vendere? Mi sembra un po' azzardato come discorso.
      Però voglio controllare i romanzi letti negli ultimi due anni per vedere quanti avevano all'interno una storia d'amore.

      Elimina
    3. Ho fatto un conto a grandi linee dei libri che ho sul Kindle e direi che l'80% ha una storia d'amore di qualche tipo, ma sarà interessante scoprire il risultato della tua ricerca, visto che i nostri gusti sono assolutamente opposti. :)

      Forse più che storia d'amore quel che cattura l'attenzione è una tensione amorosa, che può anche rimanere in secondo piano tutto il tempo, o mai realizzarsi, ma che alza l'interesse. Per esempio, io guardo la serie "The good wife" da anni, senza capire un granché dei casi di cui trattano (casi legali complicati con termini tecnici che non conosco, tantomeno in inglese), semplicemente per sapere se la protagonista finirà mai per innamorarsi. Nelle ultime stagioni ci saranno stati sì e no tre baci, ma ormai ho abboccato come un pesce e continuo a seguirla religiosamente. :)

      Elimina
    4. Analisi molto interessante questa sull'incidenza delle storie d'amore.

      Elimina
    5. Grazie. Hai fatto una tua statistica? Che percentuale diresti, basandoti sulle tue letture più recenti?

      Elimina
    6. Ho dato uno sguardo velocissimo e, nei libri letti negli ultimi 2, anni quelli che hanno una componente "rosa" significativa sono circa il 10-15%. Pochino, insomma Di contro, nel mio romanzo c'è, e ha un ruolo importante. :-)

      Elimina
    7. 15% è poco davvero.

      Il tuo libro ha una storia d'amore? Finirò col convincermi a leggerlo, anche se la fantascienza proprio non è il mio genere.

      Oggi è uscito il nuovo post, sono curiosa di sapere cosa ne penserai!

      Elimina
    8. Sì, ce l'ha e ha anche un ruolo di primo piano. In fondo "fantascienza" è solo un nome, un'etichetta... un'etichetta appiccicata a un mucchio di operere anche inaspettate. Spesso la gente ama la fantascienza e non lo sa (per esempio il 90% dei fumetti supereroistici sono fantascienza) ;-)
      PS: Visto che a questo post ho risposto in ritardissimo, metto il tuo nuovo in testa a quelli da leggere ;-)

      Elimina
    9. Ok mi hai convinto! Metto il tuo libro in lista! :D

      Elimina
  17. Molto interessante questo post.

    Apprendo con piacere di avere per le mani sia la trama A, sia la trama B, sia la trama C. Sottotrame... ehm... sai che non ti so dire? Anche gli altri personaggi hanno i cavoli propri da gestire, ma sono sempre legate alle vicende del protagonista.

    La figura più ambigua è l'antagonista. Quello che avevo per le mani non mi convinceva per niente e ho iniziato a studiare una figura alternativa. Ma ciò che tu scrivi, ovvero che l'antagonista viaggia fianco a fianco del protagonista, è stato illuminante: ho un altro personaggio che potrebbe ricoprire questo ruolo, e se riuscissi a gestirlo come si deve non avrei bisogno di "pompare" il ruolo disturbatore della figura originaria.

    Elenco gli elementi che hai menzionato e attendo il prossimo post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da quel che dici non pare che tu abbia una sottotrama. Tutti i personaggi sono visti in relazione al protagonista.

      Mi è successa la stessa cosa: cambiando l'ottica dell'antagonista ho finalmente trovato il modo di far avanzare la storia.

      Elimina
    2. Ne ho parlato con Marina, che ha letto le mie bozze: anche lei concorda sul fatto che D. sia un antagonista perfetto. Ora devo solo lavorarci! :)

      Elimina
    3. E nel caso in cui gli antagonisti siano più d'uno?

      Elimina
    4. Bene Chiara! Mi fa piacere.

      Andrea, come dicevo a Giulia, possono esserci diversi antagonisti successivi, di solito accomunati da qualcosa, come nel caso di una donna che sceglie sempre gli uomini sbagliati.

      Elimina
  18. Un personaggio che fa ricorso a "rimedi" omeopatici è poco credibile :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho capito perché.
      Forse intendi che l'omeopatia non è efficace?

      Elimina
    2. Non mi esprimo... non voglio far della polemica :D
      Diciamo solo che non ne ho mai tratto vantaggio, ma ciò non significa che non ci abbia provato e ci riproverò in futuro! Sono un'eterna illusa!

      Elimina
    3. Allora tenta con la magia: cazzata per cazzata, meglio quella che la spara più grossa, no? :D

      Elimina
    4. Ho già pronti il cappello a punta e il calderone!

      Elimina
    5. E non lesinare con quelle ali di pipistrello!

      Elimina
  19. Ottimo articolo Lisa. Non me ne intendo affatto di tecniche di scrittura quindi mi piace molto leggere quello che scrivi, mi fa capire molte cose dei libri che leggo, di come gli autori giocano con noi lettori :-)
    P.S. Io "stake" l'ho sempre tradotto con "interesse", come "stakeholder" significa "portatore di interesse", ma nel caso del romanzo credo che "posta in gioco" sia più caldo e azzeccato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Andrea, mi fa piacere che anche i lettori possano gradire i miei post.
      Complimenti per aver raggiunto il traguardo dei 100 post sul tuo blog!
      Non c'è il Canada nelle tue statistiche.. dovrò venire a trovarti più spesso! :D

      Elimina
    2. Oggi ho registrato due visite dal Canada :-)
      Grazie!

      Elimina
    3. Non c'è due senza tre :D

      Elimina
  20. Davvero carino il tuo blog! E sono felice che ti piaccia il mio tatuaggio ;)

    RispondiElimina