Vivo in schiavitù. Sono tre mesi che voglio raccontarvi
degli eventi pseudo-traumatizzanti che mi sono capitati al mio ritorno in
Canada ma finisco sempre per parlarvi del mio romanzo-padrone. Faccio di tutto
per liberarmi del suo giogo, ma finisco sempre per tornare indietro, con la coda tra le
gambe. Mi sono illusa di aver ripreso controllo della situazione nelle scorse
settimane, parlandovi del corso di scrittura con Betsy Warland che mi ha
regalato tanti spunti, sia a livello personale sia come scrittrice. Mi sono
azzardata a tirare fuori dal cassetto la favola/romanzo di formazione che ho
elucubrato durante le vacanze in Italia, quando mi sono innamorata dello stile di Mathias Malzieu e ho abbozzato a una nuova trama usando il metodo del fiocco di neve. Dopo due giorni, anzi, due ore, ero già di nuovo a pensare al mio
romanzo-persecutore.
Non riesco ad abbandonarlo e non riesco a finirlo. Questa
danza tra innamorati delusi continua ormai da due anni. La prima volta che ci
siamo incontrati, sono rimasta abbagliata dalle sue promesse di diventare un
saggio di psicologia. Ero così entusiasta da convincerlo a puntare più in alto,
gli ho detto che sarebbe potuto diventare un best-seller se fosse stato un
libro di auto-aiuto.
La prima batosta è arrivata qualche mese dopo, quando ho
scoperto che qualcuno dell'Università di Toronto aveva già pubblicato la mia
idea e, sì, oggi è un best-seller. Magra consolazione il sapere che avevo
ragione. Come ogni amante delusa, sono andata a piangere da un'amica, che mi ha
convinto a non demordere, a travasare la mia passione in un romanzo, i cui
personaggi esprimessero tramite le loro azioni i processi psicologici che
intendevo pubblicare.
I primi mesi sono stati un idillio di manuali di
scrittura creativa e blog letterari; tutto era nuovo, fresco, interessante. La
prima stesura mi seviziava e mi consolava, ero così innamorata da dover
condividere la mia passione col resto del mondo, e per questo motivo ho aperto
il de agostibus. Ho fatto nuovi amici virtuali, completamente pazzi, fuori di testa,
ossessionati dalla scrittura. C'era chi si alzava alle tre di notte, chi non
usciva più di casa, chi impersonava i suoi personaggi nella vita di tutti i
giorni. Mi sono sentita capita, supportata nella mia follia. Non
ero l'unica a sognare i personaggi giorno e notte, non ero sola nel
dedicare ogni minuto di tempo libero alla contemplazione del mio tesssoro.
Fino al giorno in cui ho
cominciato la revisione. Un burrone senza fine. In caduta libera. Senza
vestiti. Secchiate d'acqua fredda. Schiaffi e manrovesci. Frustate. La fine dell'idillio. Peggio di
scoprire il marito a letto con l'amante. I blog degli
altri erano insopportabili, la loro felicità mi feriva, i post mi annoiavano.
Sempre le solite cose. Il romanzo non reggeva, la trama non aveva più senso, i
personaggi insipidi. Arrivata a metà revisione, ho affrontato il
romanzo-torturatore e gli ho detto addio. Quel che non sapevo è che non si può
voltare le spalle a questo tipo di relazione. Torna sempre a morsicarti le
chiappe.
Oggi sono alle prese col terzo tentativo di revisione.
Sto passando dalla terza persona onnisciente alla prima persona, trasformando i
tempi verbali dal passato al presente. Il tutto con la speranza di riuscire a
entrare meglio nella testa della mia eroina e capire come va a finire la
storia. Sono a metà libro, ho 30000 parole e vago per casa rasente ai muri,
vado a letto tremante, mi alzo indolenzita e mi siedo alla scrivania terrorizzata. 30000 parole, la
cima mai superata, il buco nero che mi ha risucchiato le prime due volte.
Nessuna trama mi soddisfa. Ho un'idea fissa che mi
permetterebbe di arrivare al finale che desidero, ma mi pare un po' forzata, e
non riesco a partorirla.
Photo credit:http://www.slideshare.net/prototypo/heros-journey-20150112 |
Secondo il classico schema del viaggio dell'eroe, sono al
punto 10, sulla strada del ritorno. Per chi non fosse pratico di questa
nomenclatura, ecco un esempio.
Abbiamo visto tutti Il mago di Oz, in cui
l'ingenua Dorothy lascia il suo mondo ordinario alla fattoria e si trova
coinvolta in un'avventura fantastica, con alleati, nemici e prove da superare. SPOILER ALERT. Quando finalmente l'allegra combriccola raggiunge la prova
suprema, e confronta il mago di Oz, si scopre che quella non è affatto la fine,
e c'è un ben più grande scoglio che aspetta i nostri eroi. Per poter tornare a
casa e ottenere il lieto fine, Dorothy non può che proseguire e affrontare la
lotta finale contro la Strega dell'Ovest.
Il momento è cruciale, quel che decide la fine del
secondo atto dona senso al terzo atto, conduce al finale e permette al cerchio di chiudersi.
Può darsi che lo stress di questa decisione mi stia castrando, soffro
di ansia da prestazione.
Sono succube del mio romanzo-dominatore.
L'angolo del follower
Vi siete mai trovati in una relazione disfunzionale con un romanzo-despota? Come ne siete usciti?
Nella vostra esperienza, qual è il momento cruciale di un romanzo?
Vi è capitato di dubitare delle vostre trame in fase di revisione?
Quello con il tuo romanzo è un grande amore, non c'è che dire. Di quelli tormentati e immortali. Non può che uscirne un'ottima storia
RispondiEliminaSperiamo che non sia un grande amore shakesperiano, non vorrei finire avvelenata! :D
EliminaLeggendo. Trova qualcuno che abbia un po' di panorama di quello che c'è in giro (un bel lettore forte, insomma) e poi fatti consigliare un paio di libri tipo: "hai mai letto un libro dove lei (sprazzi della trama del tuo romanzo)?"
RispondiEliminaDopo, basta solo -copiare-, farsi ispirare.
Ci ho provato. Ho chiesto a lettori forti e ho anche lasciato che Amazon, Goodreads e simili mi mandassero fiumi di newsletter con "libri che mi potrebbero interessare".
EliminaNon ha funzionato, perché il mio romanzo non è di nessun genere. Non è un rosa, anche se ha temi molto rosa. Non è di avventura, anche se è un continuo barcamenarsi tra disastri. Non è di viaggio, anche se è sparpagliato in vari paesi.
Inoltre non mi piacciono quasi mai i finali dei libri che leggo. Specialmente da quando scrivo, sono diventata una critica severissima e un po' snob.
Ho avuto lo stesso problema quando ho inviato il mio manoscritto alle case editrici: non sapendo bene come catalogarlo (storia d'amore? Avventura? Fantascienza? Spy story? Fantasy? Noir?) ho preso un bel po' di cantonate dalle prime case editrici (facciamo anche dalle seconde :P )
EliminaEra un "misto panna". Alla fine come l'hai catalogato?
EliminaCome distopia, esplicitando però che si trattava di un misto di altri generi, e ho puntato agli editori che pubblicavano fantascienza, soprannaturale e fantasy ad ampio respiro (per fare alcuni nomi: Gainsworth Publishing, 011 e Ute Libri, con cui poi ho pubblicato).
EliminaRespira e coraggio!
RispondiEliminaL' idea è giusta è nascosta da qualche parte.
Trovala! :-)
Grazie dell'incoraggiamento!
EliminaRespira e coraggio!
RispondiEliminaL' idea è giusta è nascosta da qualche parte.
Trovala! :-)
Presente. Mi sto ancora leccando le ferite da revisione. Non mi sono fatta morsicare le chiappe solo perché non mi sono mai voltata, continuo a supplicare il tiranno. A me manca il primo stadio, figurati un po'!
RispondiEliminaComunque il suggerimento di Michele è ottimo 😁
Continua a correre! ;)
EliminaNon ho capito, cosa intendi per primo stadio? Il mondo ordinario? Forse è un bene, se ci badi la maggior parte dei libri partono dall'incidente iniziale, saltando completamente il 25% che da manuale sarebbero da dedicare al mondo ordinario.
Io ho fatto così, il mio incipit è il numero 2, la chiamata all'azione.
Brava, non demordere.
RispondiEliminaOra che sei dentro al labirinto ingannatore nero e scuro è dura, ma quando comincerai a vedere la luce sarà ancora più bello proprio perché hai passato l'inferno.
(Convinzione mia da incompetente scrittrice, ma che di anni ne ha, ed è una massima che si adatta a tanti momenti no in cui ci si prefigge una meta)
Peccato che tu abbia abbandonato la favola :(
tienila in standby, perché la vorrei proprio leggere ;)
Io ho sempre foglietti sparsi con idee abbozzate di altri libri, ovviamente sempre favole o fiabe, non so se questo è positivo ma se il momento me lo consente colgo l'ispirazione e metto lì, chissà che un domani mi tornino utili. So che hai già trattato anche questo argomento, non so se è giusto avere più progetti alla mano, ma io sono così, ne focalizzo uno prioritario, ma quando sono in fermento mi vengono più facilmente altre idee che metto da parte.
Bah! Sono un po' dispersiva per natura ^__^
Mi fai venire in mente che ieri notte ho avuto una folgorazione! Un'idea nuova per un libro da scrivere un giorno o l'altro. Grazie! Me ne ero completamente dimenticata!
EliminaLa favola, chissà. Magari un giorno la scriveremo a quattro mani. Adesso qual è il tuo progetto prioritario? Su cosa stai lavorando?
Come vanno le visite a "Melissa e la nuvola"? Purtroppo mi ero ripromessa di leggere un capitolo a settimana ma non ho mantenuto la parola. Rimedierò al più presto!
Cara Lisa non ti preoccupare pensa al tuo libro e non alla mia storiella.
EliminaLeggere, guardare film, ascoltare vite e storie di chi incontri, credo aiuti molto, a volte mi vengono idee anche ascoltando una canzone, o guardando un quadro.
Ho finito di postare Melissa e la nuvola sul blog in primavera.
Credevo di aver trovato una persona interessata ad illustrare alcune parti della storia, ma dopo un primo contatto si è dileguata nel nulla.
Ora nella mia mente c'è il continuo di Melissa la pasticciona che un po' alla volta per prova ed errore cresce. Ho in mente a grandi linee un suo percorso, scrivo pezzi qua e là, butto giù idee da rielaborare, ma la vita quotidiana sta prendendo troppo il sopravvento e non concludo un gran che :(
Il problema è che forse non ci credo molto neppure io e non mi do molto da fare. Non so se è per paura delle stroncature o se è legato all'età, non sono più alla ricerca spasmodica come quando ero giovane di costruirmi un futuro.
In definitiva è solo un passatempo che mi intriga, così come mi intrigano altri personaggi, altre ambientazioni per l'infanzia che mi piacerebbe sviluppare, un po' come un mio film che invento e guardo solo io.
Mi dispiace per il contatto dileguato, anche a me capita spesso e ci rimango male, chissà perché certa gente online si comporta così.
EliminaAvere un film tuo da guardare quando vuoi, da modificare e rivivere è un bel passatempo. È una gran fortuna, se ci pensi.
Anche questa volta siamo in sintonia: nell'ultimo periodo ho riflettuto sull'eventualità di mettere in stand-by il mio romanzo perché "troppo complicato" per un'esordiente, per scriverne un altro e poi riprenderlo in futuro, quando avrò sufficiente esperienza per gestire meglio tutto il materiale che ho per le mani.
RispondiEliminaEppure non ci riesco!
Sono stata incostante, ma ci ho investito tanto. So che la lentezza dipende solo in parte da una mia responsabilità, e so che nonostante tutto ho fatto del mio meglio. La perfezione assoluta per me sarebbe la possibilità di potermi dedicare ad esso full-time: se dedicassi alla pagina lo stesso tempo che dedico al mio lavoro, a giugno avrei finito la prima stesura (obiettivo che ho, e che posso realizzare solo con un miracolo) e in autunno la revisione (idem con patate). Però, oltre che benedire influenze e operazioni ai denti, al momento la mia vita è quella che è. Sono consapevole di non voler mollare. Però non posso nemmeno pretendere troppo da me stessa, altrimenti finisco per stufarmi di nuovo. E per impazzire ancor più di così. ;)
Ci hai investito davvero tanto, e non penso che riuscirai a metterlo da parte. Pian pianino arriverai alla fine della prima stesura e secondo me, avendo programmato bene e più di una volta la trama, e conoscendo ormai bene i tuoi personaggi, non avrai molti problemi in fase di revisione, magari ce la farai durante l'estate.
EliminaMi consola sapere che siamo nella stessa barca! Della serie: Io speriamo che me la cavo!
Siamo nella stessa barca a tal punto che ho deciso di scrivere un post affine. Magari condividere le difficoltà con gli altri lettori mi può aiutare a trovare il bandolo. ;)
EliminaA me ha aiutato moltissimo! Non dico di aver trovato il bandolo... ma ho una bozza definitiva della trama e ho anche rifatto la timeline di tutta la storia ('na faticaccia!)
EliminaProva con lo sport!
RispondiEliminaNo dai ti prego, tutto ma lo sport no! :D
EliminaChe sport dovrebbe aiutarmi, esattamente? Alzare e abbassare le dita sulla tastiera può bastare? O la danza del cucchiaino del gelato?
Lascia perdere il lancio dei tronchi o la lotta con gli orsi polari, prova qualcosa di aerobico, come la corsa o la bicicletta!
EliminaLa lotta con gli orsi polari è un ottimo rimedio anti-cellulite!
EliminaEhi, un problema alla volta :D
EliminaUna donna non ha mai un solo problema alla volta...
EliminaScrivere... scrivere... scrivere
RispondiEliminaSemplice e dritto al punto!
EliminaTi dirò che per me il momento più cruciale di un romanzo o di un racconto (parlando di trama) è partire, poi una volta impostato l'inizio, quando ho in mente la trama e i momenti top del romanzo li intreccio tra di loro con quello che la testa mi suggerisce all'istante.
RispondiEliminaForse essendo un assiduo giocatore di giochi di ruolo stile "dungeons and dragons" ed avendo fatto il master per tanti anni la mia mente è allenata a creare trame.
Quello che mi blocca spesso sono i dialoghi e la paura di fare troppo ripetizioni nello spazio di poche frasi, e soprattuto (ma questa è una cosa più materiale) anche il poco tempo a disposizione essendo uno scrittore a tempo perso.
Ti auguro di sbloccarti presto, ricordati che il romanzo è dentro la tua testa, sei tu che devi dominarlo.
Ho partecipato a un gioco di carte in stile "dungeons and dragons" quest'estate. È stato interessante vedere come alcuni dei partecipanti non avevano problemi a improvvisare storie ed eventi, mentre altri rimanevano a bocca aperta e riuscivano solo a dire "ehhm", "e poi", "ehhhmm"...
EliminaIo me la sono cavata abbastanza bene all'inizio, forse perché sono abituata a sciorinare cazzate, ma mi sono andata a impantanare in un intreccio troppo complicato, per cui alla fine non ci saltavo più fuori. Proprio come nel romanzo, la cui trama è peggio di una telenovela sudamericana.
Non cambiare tempi e parole dentro la vecchia versione. Apri un file vergine e scrivi di nuovo da zero. Ciò che hai pensato di buono sopravviverà. Nella nuova versione, le cose brutte saranno sparite. Quelle belle splenderanno come nuove.
RispondiEliminaGià fatto. Quando ero a metà della prima stesura.
EliminaNon voglio farlo di nuovo, sigh, non ce la posso fare a ripartire di nuovo da zero.
Dai, dimmi che c'è un modo più semplice...
Ormai è chiaro: questo romanzo s'ha da scrivere, non vorrai mica farti torturare tutta la vita dalla tua storia! Incazzati, prendi il toro per le corna, ripetiti "io ho le idee chiare e voglio venirne a capo", autoconvinciti che puoi riuscirci... e non metterti sotto sforzo se manca il guizzo, fermati, un'uscita con le amiche, una parrucca e quattro risate, alla fine un lungo sospiro e... si ricomincia! :)
RispondiEliminaChe bella prospettiva... puoi venire qui a farmi da coach? Ti presto la parrucca rosa...
EliminaIn fase di revisione sono sempre assalita da mille dubbi e tutto quello che ho scritto mi sembra da rifare. Dopo un paio di riletture/revisioni alterno momenti di entusiasmo a momenti di sconforto. Però vado avanti imperterrita il mio motto è: arrendermi mai, finire o morte. Poi alla fine aspetto il parere del beta reader. Quindi Lisa non arrenderti e vai avanti. Concordo con Michele leggi può aiutare ad avere una visione più ampia
RispondiEliminaFinire o morte? Ok! Me lo scrivo su un post-it gigante e lo metto sopra alla scrivania, così ogni mattina lo vedo e mi carico!
EliminaYou are so OCD
EliminaEra così, no? :)
Esatto. Sono anche un po' ADHD (che non è AC/DC...)
EliminaI problemi che ho con i miei romanzi, soprattutto quelli lunghi, in particolari quelli che sono stata costretta a trasformare in saghe perché troppo, troppo densi di fatti, non hanno a che vedere con la trama, ma con lo stile di scrittura. Il fatto che siano storie serie, a differenza dei romanzi rosa che colmo di ironia, mi fa venire mille dubbi e dopo un po' mi blocco. Sono due anni che sto dietro alla trilogia di fantascienza. Ce la farò? Sigh, sob.
RispondiEliminaPostilla in forma di domanda: hai provato a pensare a cosa fanno/dove vanno i tuoi personaggi senza averli davanti? Tipo la sera prima di andare a dormire, o mentre cammini, guardi la tv? A me aiuta quando li ingarbuglio da qualche parte.
Elimina1) Se dovessi scrivere una trilogia andrei fuori di testa del tutto! Di fantascienza poi! In cui c'è da inventare tutto di sana pianta! Aiuto! Detto questo... ce la farai! :D
Elimina2) Ci sono praticamente andata a letto, coi miei personaggi. Ce n'è solo uno che ancora mi elude... è un uomo, ed è un po' caotico, per cui non riesco a "leggerlo" bene.
Questo si è che è un amore tormentato! Mi sono trovata parola per parola in quello che hai raccontato, ho anche io la mia spina nel fianco. L'ho scritto, riscritto da zero, e di nuovo mi sono ritrovata insoddisfatta. Per un anno gli ho voltato le spalle. L'ho ripreso in mano in questi giorni sentendomi frustrata e tormentata proprio come te. Ora lo sto di nuovo rivoltando come un calzino, facendolo a pezzi e ricomponendolo daccapo.
RispondiEliminaMio dio, hai tutta la mia solidarietà, mentre consigli proprio non so dartene. Ti dico solo: non arrenderti!
Grazie della solidarietà! Sei tu che rivolti lui o lui che rivolta te? :D
EliminaVedremo chi la spunta stavolta! Vedrai che ce la fai!
Io fatico a mettere giù un post, un racconto, una poesia.. figuriamoci un romanzo.. ahah.. eppure un libro coi post del mio blog mi era balenato.. anzi.. sai che ti dico... mi ci metto a lavorare... ;))
RispondiEliminaRicordati di mettere il mio nome tra i ringraziamenti :D
EliminaIo alla revisione non ci sono mai arrivato e in gemere i miei romanzi li ho abbandonati a pagina 80… Ma non è un male. Ho imparato dagli errori, ho affinato la tecnica e soprattutto ho capito che se una storia mi annoia: non ha senso scriverla. Finora non ho sviluppato il tuo tipo di ossessione, se non per l'idea che ho in mente… Proprio per questo sto esitando a scriverla: quando inizierò a scriverla, dovrò farlo tutto d'un fiato. Nel frattempo raccolgo idee, materiale, letture, sinfonie, sensazioni, personaggi, luoghi...
RispondiEliminaSe potessi tornare indietro, passerei molto più tempo a programmare prima di mettermi a scrivere, quindi fai bene a raccogliere materiale ora, farai meno fatica dopo.
EliminaÈ quello che insegna Mozzi al suo corso. Tuttavia non è solo una questione di raccoglie materiale e progettare una trama; è più una questione di sondare l’idea da ogni punto di vista, scavare bene a fondo, metterla in contraddizione, verificarla, sondare le proprie emozioni al riguardo e, se è il caso, snaturala completamente per tirarci fuori qualcosa di diverso: magari un romanzo che non avevi neanche idea di avere dentro.
EliminaNon ho fatto un lavoro così profondo. A dir la verità ho un po' paura di farlo, non si sa mai cosa potrei trovare nei meandri del mio cervello...
EliminaVeramente no, non ho mai avuto un rapporto così travagliato con un mio romanzo. Del resto, se hai già provato a elaborare un'altra storia ma non ti ha presa, vorrà dire che quella roba deve uscire. Sì, perché secondo me l'unica vera alternativa è buttarsi a scrivere altro e poi tornarci sopra tra qualche mese/anno. Altri modi per mettere da parte una storia che ti tormenta non mi vengono proprio in mente. (A proposito: sono davvero, sempre le solite cose! :D)
RispondiEliminaÈ proprio una "roba" che deve uscire, non c'è altro modo di liberarsene! :D
EliminaCiao Lisa,
Eliminaé da tempo che volevo commentare anch'io, visto che il tuo é uno dei miei blog preferiti :)
La conosco molto bene la tematica del romanzo despota, e nel mio caso purtroppo sono arrivata solo a 100 pagine....la storia si sviluppa e si sviluppa nella mia testa ma fatica a trasferirsi sulle pagine...un parto elefantesco, insomma.
Cio´che mi sento dire, dall'alto della mia INesperienza, é che se la storia continua a perseguitarti, vuol dire che é viva, che nasce dal cuore, dalla tua anima e troverá la sua voce, piú prima che poi. Forza e coraggio!
un saluto da un'espatriata come te, anche se molto piú vicina
Nika alias Ipek da Berlino
Benvenuta Nika!
EliminaChe bella Berlino... vorrei tanto tornarci, magari sotto Natale, mi hanno detto che ci sono dei mercatini fantastici!
Sei alle prese col tuo primo romanzo? Hai un blog? Le prime 100 pagine sono le più belle e le più strane, probabilmente le riscriverai e le rimodellerai varie volte, lo so che è un parto elefantesco ma non fare il mio errore, non tornare indietro proprio adesso... continua a spingere! :D
Ciao Lisa,
RispondiEliminagrazie per l'incoraggiamento! No, non ho ancora un blog, perché al momento la mia vita sta seguendo un ritmo un po' impegnativo e mi devo assestare...e oltretutto non ho ancora ben chiaro quale profilo vorrei dargli.
Sí, Berlino é molto bella - i berlinesi, alle volte, un po' meno, ma é il lato oscuro della medaglia, temo ;-) Ti hanno raccontato bene, a Natale ci sono molti mercatini alternativi, decisamente simpatici. Se cerchi invece l'atmosfera tradizionale piuttosto punterei su Dresda, magari innevata. E´molto romantica!
Io invece prima o poi visiteró la BC - conosco la parte atlantica del Canada, da Toronto a Montreal e mi sono innamorata della Nova Scotia - un sogno. E' un paese davvero da scoprire, ho alcuni amici canadesi e mi affascina il loro essere british e american al tempo stesso, un miscuglio tutto loro. E`un'opinione mia, non dirlo al tuo fidanzato che per certo, alzerá un sopracciglio.
Buona giornata ( o meglio buona nottata)
Nika
Mi fa piacere sapere che qualcuno la pensa come me. Ciò che mi ha affascinato fin da subito dei canadesi era il mix tra la serietà british e il fun australiano (non sono mai stata negli States, quindi non posso giudicare... però meglio non fare paragoni, come dici bene, vedo già il sopracciglio alzato). :D
EliminaLisa, non lasciarti sopraffare. Respira, e affronta il gigante un pezzo alla volta. Io tifo per te
RispondiEliminaGrazie cara. Un cucchiaino per volta!
EliminaHai citato Il Mago di Oz, ma hai dimenticato la morale insita nel libro: i personaggi avevano già ciò che volevano chiedere al Mago...
RispondiEliminaHai ragione Marco, avevo scordato lo scioglimento, o denouement.
Elimina