Nel 2009, sulla scia del fenomeno letterario nato negli anni '90 detto "cannibalismo", Niccolò Ammaniti scrive un romanzo dissacrante, inquietante, entusiasmante che ha in sé il perfetto equilibrio tra realismo e fiction. La festa strabiliante organizzata da un milionario senza scrupoli in una villa storica di Roma ha come ospiti tutti i VIP del momento, ma anche animali di ogni tipo e sorprese a non finire. L'intreccio narrativo, sempre più attorcigliato, rende uno spaccato veritiero e disgustoso della vecchia e stanca Italia che si vende per un gossip, che non si stupisce più di nulla, che si lascia maltrattare da chiunque.
La trama:
Un frustrato padre di famiglia cerca realizzazione personale nel satanismo, insieme a pochi sfortunati adepti che sembrano essersi trovati per caso, per noia o per pazzia. Un famoso scrittore, emblema del narcisismo, si dibatte tra la paura di essere messo da parte come eroe superato e l'illusione maniacale di essere il migliore di tutti. Senza toccarsi mai seppur sfiorandosi per tutta la durata del romanzo, i protagonisti rimarranno incastrati in un crogiolo sempre più assurdo che lascia l'amaro in bocca e una sete di rivincita per il bel Paese, schiacciato da una generazione gretta e noncurante.
L'autore:
Niccolò Ammaniti (1966) è nato a Roma, ha lavorato nel cinema e nello spettacolo oltre che come scrittore. La sua carriera ha raggiunto l'apice del successo nel 2001 con il romanzo "Io non ho paura", da cui è stato ricavato l'omonimo film. La sua voce è a mio parere quella di tutta la sua generazione, e come scrittrice emergente non posso che sperare di poter un giorno esprimermi come lui, con una fluidità e un sarcasmo che coglie nel segno e rimane nel cuore per molto tempo.
Istruzioni per l'uso:
La costruzione del romanzo "Che la festa cominci" rispecchia i canonici insegnamenti dei manuali di scrittura creativa. Due storie parallele crescono simmetricamente, una situazione collettiva inevitabile (in inglese: crucible; tradotto da Di Lorenzo con: crogiolo) riunisce i personaggi e rende credibile il loro restare nella condizione in cui si trovano nonostante la serie infinita di ostacoli sempre più grandi e pericolosi che si trovano costretti ad affrontare. La risoluzione giunge quando la suspence è al massimo e lascia il lettore col battito accellerato e l'impazienza di avere tra le mani gli altri libri dello stesso autore.
Un importante insegnamento per chiunque si accinga a una vita artistica ci viene svelato grazie all'eroe della storia, Fabrizio Ciba, nel passaggio in cui spiega come ha reagito alle critiche dell'odiato critico letterario, il professor Tremagli:
La prima regola di ogni vero scrittore è: mai e poi mai, nemmeno in punto di morte, nemmeno sotto tortura, rispondere alle offese. Tutti aspettano che tu cada nella trappola della risposta. No, bisogna essere intangibili come un gas nobile e distanti come Alpha Centauri.
Parole sante… fosse facile però! Vi è mai capitato di ricevere critiche maligne a cui non sapevate come reagire? Condividete le vostre esperienze nella sezione commenti.
Buone parole a tutti!
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